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Ricevute, prestazioni occasionali e gestione separata INPS
Thread poster: Nan-Young Baek
alessandra nespoli
alessandra nespoli  Identity Verified
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mumble Sep 27, 2009

Mara Ballarini wrote:



La questione principale per qualcuno come Nan che ancora non raggiunge certe cifre annuali, e nonostante la sua attività stia migliorando, non può ancora sapere di quanto, è che una volta aperta la partita IVA dovrà pagare le tasse su un minimo annuale, che lo raggiunga o meno, che non so su che cifra sia ora, ma mi sembra superi sicuramente i 12000 euro. Ovviamente, se uno guadagna, ipotesi, 7000/8000 euro, ma anche 10000, e il tetto minimo fosse 12000 (e in realtà penso sia un po' più alto), allora va a pagare le tasse su quanto non ha guadagnato. Ed è proprio così che funziona, perché è toccato sia a me (quando ho chiuso la partita iva a marzo e anziché pagare le tasse su quello che avevo guadagnato in 3 mesi, che non raggiungeva il tetto minimo, le ho dovute pagare su quel tetto minimo appunto), sia a un'altra persona che conosco che svolgeva una piccola attività che non gli ha permesso di guadagnare molto (ora l'ha chiusa), ma si è pagato tutte le tasse per il minimo che secondo lo stato uno avrebbe dovuto guadagnare svolgendo quell'attività.


Scusa Mara,
premesso che non sono una commercialista, ma secondo me in merito c'è un po' di confusione:

- da una parte c'è una tua situazione in cui hai chiuso una partita IVA a primavera e probabilmente ti sei trovata a pagare le tasse in funzione di un minimo o in funzione di quando avevi guadagnato l'anno prima. Nonostante i tempi eterni del fisco e dell'inps italiani, mi stupirebbe il fatto che portando la documentazione adeguata tu non possa riavere indietro o farti scontare da quello che dovrai pagare ora, quanto pagato in più

-l'altro episodio, suppongo che si riferisca agli studi di settore. Chi non rientra negli studi di settore può aggiustare la sua posizione fiscale versando quanto lo stato ipotizza che guadagni oppure può far iniziare la verifica all'erario, e se quanto dichiarato corrisponde veramente a quanto incassato, non dovrebbe pagare nulla di più. Chiaro che a volte tutta sta trafila spaventa e magari uno non è disposto ad affrontarla e a volte rinuncia a far valere i propri diritti e paga. Però se è tutto in ordine, non si dovrebbe temere la verifica fiscale.
A meno che la tua conoscente, non facesse parte di una categoria merceologica differente, ad esempio se la sua attività fosse stata di tipo commerciale, allora è vero, per quanto riguarda l'INPS c'è una quota fissa da pagare differente a seconda degli scaglioni di reddito. Lì c'è un discorso di minimale (=14000 e rotti euro) e due soli scaglioni con piccolissime differenze. Però trattandosi di un altro tipo di attività, si tratta di ragionamenti differenti e in ogni caso i contributi per artigiani e commercianti sono di 5% circa più bassi dei nostri.


Per quanto riguarda i liberi professionisti, questa quota fissa, o questo reddito ipotizzato (prescindendo dagli studi di settore. che però appunto credo siano bypassabili accettando una verifica fiscale) mi giungono totalmente nuove. Le tasse e l'INPS si pagano in funzione del reddito e nulla più.
L'IRpef inoltre è scaglionata in funzione del redditto e ok, l'INPS no, ma per il semplice motivo che come tu versi in proporzione, teoricamente la pensione che percepirai dovrà essere proporzionale al tuo reddito.

Queste sono argomentazioni di principio è ovvio (non voglio scatenare un putiferio) perchè poi magari la pensione non ci arriverà mai, ma le motivazioni di un sistema fiscale e previdenziale funzionante sarebbero quelle.

Insomma, io ho più o meno le stesse informazioni di Christel, la partita IVA ha un costo fisso minimo per l'apertura, più l'eventuale costo fisso del commercialista (che in ogni caso aderendo al regime per l'inizio attività non è molto o, eventualmente, se ne potrebbe fare anche a meno in quanto la contabilità è molto più semplice).

Inoltre per Naen-young Baek, e come si può leggere chiaramente dal link di Lbc2002 la questione poi si riduce a un calcolo delle tariffe: abitualmente le tariffe per i clienti italiani sono stabilite al netto dell'IVA e al netto della rivalsa INPS (e questo vale per tantissimi professionisti, recentemente mi è arrivata una parcella di un avvocato dove erano (giustamente) aggiunte l'IVA e il 2% di CPA).
Ovviamente se tu proponi una tariffa in un settore come il nostro (se non vuoi aprire la partita IVA) devi tenere conto di questa cosa, e nel preventivo valutare la tua tariffa al netto non del 4% ma del 17% di INPS. Per un agenzia in grado di comprendere la contabilità non dovrebbe essere un problema cogliere la differenza.
è anche ovvio però che se tu chiedi Y + 17% di tariffa, questa tariffa deve essere uguale a (X-13%) + 4% di rivalsa, esattamente come le tariffe per l'estero vanno stabilite anche tenendo in conto il fatto che il 4% di rivalsa non ti viene retribuito.

In sintesi, il 25% e rotti di INPS, sono sempre a carico del lavoratore, e fanno sempre parte del costo (o del prezzo per meglio dire) della prestazione. se una traduzione ha un valore di 1000 euro, sono sempre 1000 euro, sia con la rivalsa del 4% sia se 2/3 del contributi vengono pagati dall'agenzia. Esattamente come sarebbe per un privato, dove il 25% e rotti lo dovresti pagare interamente

Spero di non aver scritto questi promessi sposi creando ancora più confusione di prima.

Ale

[Modificato alle 2009-09-27 14:04 GMT]


 
Mara Ballarini
Mara Ballarini  Identity Verified
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confusione sì Sep 29, 2009

A_Nespoli wrote:

A meno che la tua conoscente, non facesse parte di una categoria merceologica differente, ad esempio se la sua attività fosse stata di tipo commerciale, allora è vero, per quanto riguarda l'INPS c'è una quota fissa da pagare differente a seconda degli scaglioni di reddito. Lì c'è un discorso di minimale (=14000 e rotti euro) e due soli scaglioni con piccolissime differenze.


Ciao Ale, in effetti la persona di cui parlavo aveva un'attività di tipo commerciale.

A_Nespoli wrote:
- da una parte c'è una tua situazione in cui hai chiuso una partita IVA a primavera e probabilmente ti sei trovata a pagare le tasse in funzione di un minimo o in funzione di quando avevi guadagnato l'anno prima. Nonostante i tempi eterni del fisco e dell'inps italiani, mi stupirebbe il fatto che portando la documentazione adeguata tu non possa riavere indietro o farti scontare da quello che dovrai pagare ora, quanto pagato in più

-l'altro episodio, suppongo che si riferisca agli studi di settore. Chi non rientra negli studi di settore può aggiustare la sua posizione fiscale versando quanto lo stato ipotizza che guadagni oppure può far iniziare la verifica all'erario, e se quanto dichiarato corrisponde veramente a quanto incassato, non dovrebbe pagare nulla di più. Chiaro che a volte tutta sta trafila spaventa e magari uno non è disposto ad affrontarla e a volte rinuncia a far valere i propri diritti e paga. Però se è tutto in ordine, non si dovrebbe temere la verifica fiscale.


In effetti hai ragione, a meno che però uno non abbia già lasciato il paese quando è ora di fare la dichiarazione dei redditi e la sua situazione sia e resti anomala per vari altri motivi, che renderebbero tutto molto ma molto più complicato, per non dire impossibile da seguire...Fatto è che lo Stato italiano fa spesso di tutta un'erba un fascio e chi ha situazioni piuttosto anomale, prima di tutto ha difficoltà a trovare qualcuno che sappia davvero aiutarlo, anche tra i commercialisti più esperti, e viene sempre in qualche modo penalizzato perché non si pensa che una situazione anomala possa esistere veramente, ma che ci debba per forza essere qualcosa sotto...
ma questo è un altro conto...io ho accettato la mia situazione e sulla base di esperienze passate e presenti cerco di trovare le soluzioni migliori per me...cosa non sempre facile in questo clima di confusione..io per lo meno, confusa lo sono, e non poco, visto che anche dagli uffici competenti (o che dovrebbero esserlo) ho ricevuto spesso informazioni contrastanti...


 
Francesca Pesce
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aggiungo la mia Sep 29, 2009

Dopo aver letto tutto il forum, ed evitando questa volta di inserire link, confermo il fatto che un professionista occasionale se supera i 5.000 euro deve aprire la posizione alla gestione separata INPS, e applicare sulla ricevuta i contributi previdenziali che sono per 2/3 a carico del cliente, che ne detrae l'altro terzo da quanto dovuto al professionista.

Ripeto anche io, come mi pare abbia detto Giusy, che i clienti si trovano spiazzati perché sono pochi a sapere che funziona
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Dopo aver letto tutto il forum, ed evitando questa volta di inserire link, confermo il fatto che un professionista occasionale se supera i 5.000 euro deve aprire la posizione alla gestione separata INPS, e applicare sulla ricevuta i contributi previdenziali che sono per 2/3 a carico del cliente, che ne detrae l'altro terzo da quanto dovuto al professionista.

Ripeto anche io, come mi pare abbia detto Giusy, che i clienti si trovano spiazzati perché sono pochi a sapere che funziona così. Credo siano veramente in pochissimi a sapere di potere superare i 5.000 euro con un lavoro occasionale. E ci sono molti che aprono una partita IVA, magari solo per un paio di anni, per un lavoro che in realtà sarebbe occasionale al di là della cifra guadagnata.

Non entro nella questione della distinzione tra lavoro autonomo e libera professione; so solo che la prassi di INPS e agenzia delle entrate è non fare questa distinzione.

Il concetto di lavoro occasionale è, come dice Nan-Young - questione di buon senso, rimanendo comunque entro i parametri stabiliti.
Collapse


 
T F F
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Scambio di opinioni con Francesca... Sep 29, 2009

Ciao Francesca,

Ho avuto modo di leggere alcuni tuoi interventi sul tema in un altro forum ed apprezzarne il rigore logico ... Approfitterei quindi dell'occasione di fare una sana polemica con te per alzare ulteriormente il livello della ricerca che tutti insieme stiamo svolgendo in questo thread...Hai visto mai che arriviamo ad una verità...in Italia poi?!

Francesca Pesce wrote:

Dopo aver letto tutto il forum, ed evitando questa volta di inserire link...


...peccato, perché in un campo come questo la fonte normativa è indispensabile per evitare di finire nel mero parere personale o nel "ho sentito dire".

Francesca Pesce wrote:
Ripeto anche io, come mi pare abbia detto Giusy, che i clienti si trovano spiazzati perché sono pochi a sapere che funziona così.

Ma ne siamo proprio sicuri sicuri? In pratica un cliente avrebbe l'obbligo di pagare il 4% ad un professionista ed il 66% ad un "lavoratore occasionale"?...Io, se fossi un cliente, rimarrei spiazzato sì da questa strana richiesta, che potrebbe arrivarmi magari anche a lavoro avviato (stante l'obbligo di avvisare tempestivamente del superamento della soglia) quindi con un costo molto "strano" e per lo più aggiunto a sorpresa. A quel punto io - agenzia di traduzione - dovrei cominciare tutte quelle burocrazie di versamenti e contabilizzazioni per i 2/3 della pensione del "lavoratore occasionale"...quelle cose per cui normalmente si chiama il consulente del lavoro?
Ripeto, siamo proprio sicuri che "funziona così"?...E, ammesso e non concesso che "funziona così" - onestamente - "così, funziona"? in altre parole, la si troverà mai un'agenzia che si fida che hai superato i 5000 euro e ti paga il 66% del tuo 25.7%, o che in alternativa si mette a fare le indagini che la legge ha previsto per "altri" ?

Francesca Pesce wrote:
Credo siano veramente in pochissimi a sapere di potere superare i 5.000 euro con un lavoro occasionale. E ci sono molti che aprono una partita IVA, magari solo per un paio di anni, per un lavoro che in realtà sarebbe occasionale al di là della cifra guadagnata.


Verissimo...Concordo in pieno!
Francesca Pesce wrote:
Non entro nella questione della distinzione tra lavoro autonomo e libera professione; so solo che la prassi di INPS e agenzia delle entrate è non fare questa distinzione.


Mi avrebbe fatto piacere che ci entrassi, con fonti e ragionamenti. Ad esempio, il fatto che "la prassi è che l'INPS non fa questa distinzione" mi spinge a chiedermi perchè mai abbia allora scritto una circolare in cui dice che si deve fare (28 gennaio 2009 (il link è nel mio precedente post).

Francesca Pesce wrote:
Il concetto di lavoro occasionale è, come dice Nan-Young - questione di buon senso, rimanendo comunque entro i parametri stabiliti.


Un concetto giuridico (occasionalità del lavoro) definito dal "buon senso"?
Il "buon senso" definito da "parametri stabiliti"?
...mhm...

Io resto dell'idea che il contenuto intellettuale della prestazione rende il lavoratore autonomo un particolare tipo di lavoratore autonomo (un professionista) per cui è prevista una disciplina previdenziale e fiscale specifica.
Agire in modo difforme da questa disciplina, sebbene lo si proverà a spiegare come un fatto inspirato al "buon senso"- da un punto di vista giuridico - si configurerà sempre e comunque come evasione o elusione fiscale.

Altri cents...
RR


 
saranardo
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se il cliente è estero... May 11, 2014

T F F wrote:

Ciao Francesca,

Ho avuto modo di leggere alcuni tuoi interventi sul tema in un altro forum ed apprezzarne il rigore logico ... Approfitterei quindi dell'occasione di fare una sana polemica con te per alzare ulteriormente il livello della ricerca che tutti insieme stiamo svolgendo in questo thread...Hai visto mai che arriviamo ad una verità...in Italia poi?!

Francesca Pesce wrote:

Dopo aver letto tutto il forum, ed evitando questa volta di inserire link...


...peccato, perché in un campo come questo la fonte normativa è indispensabile per evitare di finire nel mero parere personale o nel "ho sentito dire".

Francesca Pesce wrote:
Ripeto anche io, come mi pare abbia detto Giusy, che i clienti si trovano spiazzati perché sono pochi a sapere che funziona così.

Ma ne siamo proprio sicuri sicuri? In pratica un cliente avrebbe l'obbligo di pagare il 4% ad un professionista ed il 66% ad un "lavoratore occasionale"?...Io, se fossi un cliente, rimarrei spiazzato sì da questa strana richiesta, che potrebbe arrivarmi magari anche a lavoro avviato (stante l'obbligo di avvisare tempestivamente del superamento della soglia) quindi con un costo molto "strano" e per lo più aggiunto a sorpresa. A quel punto io - agenzia di traduzione - dovrei cominciare tutte quelle burocrazie di versamenti e contabilizzazioni per i 2/3 della pensione del "lavoratore occasionale"...quelle cose per cui normalmente si chiama il consulente del lavoro?
Ripeto, siamo proprio sicuri che "funziona così"?...E, ammesso e non concesso che "funziona così" - onestamente - "così, funziona"? in altre parole, la si troverà mai un'agenzia che si fida che hai superato i 5000 euro e ti paga il 66% del tuo 25.7%, o che in alternativa si mette a fare le indagini che la legge ha previsto per "altri" ?

Francesca Pesce wrote:
Credo siano veramente in pochissimi a sapere di potere superare i 5.000 euro con un lavoro occasionale. E ci sono molti che aprono una partita IVA, magari solo per un paio di anni, per un lavoro che in realtà sarebbe occasionale al di là della cifra guadagnata.


Verissimo...Concordo in pieno!
Francesca Pesce wrote:
Non entro nella questione della distinzione tra lavoro autonomo e libera professione; so solo che la prassi di INPS e agenzia delle entrate è non fare questa distinzione.


Mi avrebbe fatto piacere che ci entrassi, con fonti e ragionamenti. Ad esempio, il fatto che "la prassi è che l'INPS non fa questa distinzione" mi spinge a chiedermi perchè mai abbia allora scritto una circolare in cui dice che si deve fare (28 gennaio 2009 (il link è nel mio precedente post).

Francesca Pesce wrote:
Il concetto di lavoro occasionale è, come dice Nan-Young - questione di buon senso, rimanendo comunque entro i parametri stabiliti.


Un concetto giuridico (occasionalità del lavoro) definito dal "buon senso"?
Il "buon senso" definito da "parametri stabiliti"?
...mhm...

Io resto dell'idea che il contenuto intellettuale della prestazione rende il lavoratore autonomo un particolare tipo di lavoratore autonomo (un professionista) per cui è prevista una disciplina previdenziale e fiscale specifica.
Agire in modo difforme da questa disciplina, sebbene lo si proverà a spiegare come un fatto inspirato al "buon senso"- da un punto di vista giuridico - si configurerà sempre e comunque come evasione o elusione fiscale.

Altri cents...
RR


Al momento sono in Italia e lavoro occasionalmente solo per stranieri.

Sto superando i 30 gg e i 5000 euro perché su ODESK ho accettato un lavoro con un cliente in maniera continuativa e non so per quanto, MA non posso permettermi partita IVA perché guagagno meno di 1000 Euro al mese e non è per me una situazione che posso prevedere continnuerà.

Ho chiesto alla commercialista e non sembra essere molto di aiuto perché non ci sono regolamentazioni in merito per Odesk. L'unica soluzione è trasferirmi in Inghilterra perché qui le cose sono troppo complicate per continuare ad avere una piccola entrata? Perché lì non c'é né storia di partita IVA né tutte questi grovigli.

[Edited at 2014-05-11 20:50 GMT]


 
Jacqueline Hernandez
Jacqueline Hernandez
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new entry Aug 1, 2017

Buongiorno ragazzi,

non una novellina in questo ambiente. Vorrei iniziare a lavorare come interprete con ritenuta d'acconto. Ho alcuni dubbi atroci però:
1) è possibile chiedere un anticipo del preventivo da inviare al cliente, da pagare quando quest'ultimo lo firmerà? Se sì, l'anticipo va calcolato dal lordo? (compresa di una parte di ritenuta d'acconto diciamo)?
2) una volta che il cliente ha firmato il preventivo, redigo un contratto di collaborazione occasionale
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Buongiorno ragazzi,

non una novellina in questo ambiente. Vorrei iniziare a lavorare come interprete con ritenuta d'acconto. Ho alcuni dubbi atroci però:
1) è possibile chiedere un anticipo del preventivo da inviare al cliente, da pagare quando quest'ultimo lo firmerà? Se sì, l'anticipo va calcolato dal lordo? (compresa di una parte di ritenuta d'acconto diciamo)?
2) una volta che il cliente ha firmato il preventivo, redigo un contratto di collaborazione occasionale o posso considerare come una sorta di contratto il preventivo già firmato?
3) A fine lavoro mi faccio saldare la restante parte, con emissione di ricevuta?
4) per i clienti stranieri sia EU che extraEU, scrivo semplicemente un contratto di collaborazione in lingua inglese in cui scrivo il lordo e da li mi pago io le tasse?

Grazie a chi mi aiuterà
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