sil78 (asker) Apr 30, 2006:

more context In tema, ci sembra si possa affermare che colui il quale concorre alla commissione di un fatto tipico realizzato, però, in presenza della scriminante de qua non sia punibile, in quanto concorre in un fatto lecito.
Di certo, partecipando alla realizzazione del fatto tipico, egli concorre all’offesa dell’interesse
tutelato dalla norma incriminatrice, ma siccome si tratta di un fatto giustificato dalla scriminante, il concorrente collabora, altresì, all’impedimento della lesione del bene aggredito.
Alla luce di codesto dato, risulta senz’altro applicabile l’art.119 comma 2 c. p. il quale prevede che “le circostanze oggettive che escludono la pena hanno effetto per tutti coloro che sono concorsi nel reato”.
L’applicabilità di questa norma, naturalmente, è tuttavia vincolata al riconoscimento di una natura “oggettiva” alla scriminante in esame. Pertanto, seguendo autorevole dottrina (16) che, nella definizione del carattere oggettivo delle scriminanti, ha chiarito che deve essere considerata oggettiva l’esimente che vale ad eliminare ogni impronta di antigiuridicità ( mentre è soggettiva quella che lascia residuare una forma qualsiasi di illiceità extrapenale), possiamo concludere nel senso che la causa di giustificazione in esame risulta oggettiva e, pertanto, va estesa ex art. 119 comma 2 c. p. a tutti i concorrenti ( si pensi a Tizio che presta un bastone all’aggredito affinchè si difenda da un’offesa ingiusta contro la propria incolumità fisica e quest’ultimo cagioni la morte dell’aggressore).